(nato ad Eutin nel 1962)
Senza titolo, firmato e datato sul retro D Richter 2000 e con dedica, olio su tela, 80 x 40 cm, sul telaio n. d’archivio DR/K 588, con cornice, (PS)

Provenienza:
Contemporary Fine Arts, Berlino (etichetta e timbro sulla cornice)

Le opere di Daniel Richter si muovono fra i poli del suo interesse nel carattere giocoso ed eccessivo del procedimento pittorico da una parte, e l’enfasi sul ruolo concettuale della pittura come mezzo per risolvere problemi di ordine sociale, etico e morale dall’altra. Le immagini figurative e in parte simboliste rapiscono lo spettatore e lo trascinano in un viaggio complesso nello spazio e nel tempo; l’artista lascia all’individuo il compito di rendere comprensibile il suo mondo. E ciò è visibilissimo nell’opera presentata in questa sede. A seconda della prospettiva dell’osservatore, ci appare un viso con grandi orbite oculari – come in un teschio – oppure possiamo distinguere tre figure che sembrano precipitare dal nulla. Il carattere colorato delle figure rivela un effetto di “immagine termica” piuttosto tipico nel Richter di fine millennio: con i loro toni vibranti giallo-arancio e rossi le figure baluginano fuori dallo sfondo, che si riversa e viene elaborato in una varietà di toni verdi. La superficie del dipinto, su cui sembra che il colore sia stato rovesciato, sgocciolato e infine gettato in diverse direzioni, sostiene l’impressione di grande dinamismo che ci veicolano anche gli impliciti movimenti delle figure che lottano e cadono. Con la schiettezza delle proprie allusioni, Richter sembra giocare e, per mezzo della presunta accessibilità della sua opera, accresce in noi il desiderio di osservare, accendendo la nostra curiosità e invitandoci a rintracciare ulteriori indizi nascosti.