(Pittsburgh 1928–1987 New York) Campbell’s Soup II 1969, la cartella completa con dieci serigrafie, sul retro ognuna firmata Andy Warhol, serigrafia a colori su carta, 88,9 x 58,4 cm, ognuna n.179 di 250 esemplari numerati, sul retro con numerazione timbrata, compresa la cartella originale, a sua volta con cornice, stampa Salvatore Silkscreen Co., Inc, New York, ( a cura di ), Factory Additions, New York, FS II 54–63, ognuna con cornice (11) , (PS)

Una delle poche cartelle interamente conservate con il contenitore originale.

"Fin nella sua apparenza visibile “Campbell’s Soup non è la rimozione, né il superamento o la distruzione, bensì la pura intemporale negazione di ogni cultura alimentare, come se il mangiare non fosse mai consistito in altro che in nozioni nutrizionali. I quadri di Warhol vi si relazionano adeguatamente: poiché essi sono altresì la negazione di ogni cultura pittorica, o meglio figurativa. [...] Warhol si attiene scrupolosamente al modello. La reale lattina di zuppa ci viene incontro come fosse la sua immagine pubblicitaria. Ciò che unisce merce e pubblicità è l’immagine. E altrettanto vale per la relazione merce e figura. Come già in precedenti trasferimenti di immagini pubblicitarie Warhol lavora senza spazio figurativo:un fondo bianco monocromo sul quale egli incentra vista lievemente dall’alto l’immagine della conserva. Solo l’ovale del coperchio superiore con le sue ombre schematizzate accenna al corpo della lattina. L’immagine è concentrata sulla riproduzione piatta dell’etichetta della lattina.”
(Romain, Lothar, Andy Warhol, Monaco 1993, p. 79)