(Wuppertal-Elberfeld 1904– Rutarhof/Carinzia 1981)
“Hof im Winter“, 1973, monogrammato W. B., olio su tela, cm 45, 5 x 75, in cornice, (K)

Riportato con illustrazione e inserito in catalogo in:
Werner Berg, Gemälde, edizioni Johannes Heyn, Klagenfurt 1994, catalogo delle opere, pagina 309/913.

Provenienza:
collezione privata, Germania.

Werner Berg/Riconoscimento dell’oggettività. Quando mi chiedono perché nella mia pittura resto fedele all’oggetto, allora devo ammettere con sconcerto che questo ‘perché’ per me non è mai esistito. Le autentiche decisioni artistiche sono al di là di queste domande e di queste incertezze. Sapete che dopo la giovinezza nella metropoli, il lavoro in fabbrica e l’università, da ormai trent’anni mi occupo del mio podere di montagna in eremitaggio insieme alla mia famiglia. Questo non ha niente a che vedere con il romanticismo, e chi abbia sperimentato e superato la prova di questa forma di vita per un tale periodo di tempo sa bene che non esiste una realtà più dura e meno sentimentale della vita in campagna, senza la farsa del mettersi in mostra. Tuttavia questa presa di distanze consente di affinare la sensibilità e la consapevolezza delle decisioni spirituali e degli eventi del tempo. Possedere un mucchio di letame non è il presupposto della creazione artistica, che accade invece sempre e ovunque soltanto a partire dalla propria situazione spirituale, che va elaborata. Non è invece indifferente sapere di quali linfe e di quali forze si nutre colui che crea. Peggio ancora dell’”hybris dell’esistenza” è quella della chiacchiera. Gli opposti formano una tenaglia particolare per comprendere e afferrare la realtà. L’obbligo di lavorare, il ritmo di vita delle stagioni e le preoccupazioni estremamente reali mi sono sempre sembrati molto più propizi alla creazione artistica che non d’ostacolo ad essa, per quanto talvolta si voglia maledirli ... . dalla bibliografia più sopra indicata