Lotto No. 218


Ercole Procaccini il Giovane


(Milano 1605–1675 o 1680) Allegoria della Fede, olio su tela, 116 x 96, con cornice

Nel creare quest’affascinante immagine femminile, il pittore ha presente l’Iconologia’ dice Cesare Ripa (1560? ? 1625) alla voce ‘Fede: ‘Donna, vestita di bianco, che si tenga la destra mano sopra il petto, e con la sinistra terràun Calice, e attentamente lo guardi. Forse per l’uso di qualche incisione in controparte, il calice è retto con la destra, e l’altra mano, quella accostata al seno, stringe un crocifisso, rafforzando l’idea di virtù con la proposta di un percorso di preghiera e di penitenza. Le preoccupazioni devote non attenuano il trionfo di una donna bella e seduttiva, elegante nella veste perlacea, peraltro sempre seguendo il Ripa: ‘ à si fà vestita di bianco, e bella di faccia, perchè come il color bianco ci mostra la similitudine della luce, quale è cosa esistente, e perfetta di sua natura, e il color nero ci mostra le tenebre, che sono solo privatione di essa. Immagine classica e regale, in una Milano che si è lasciata alle spalle le angosce della Controriforma e della peste e si compiace di nuove ‘beltà. In quest’ottica, Ercole Procaccini il Giovane interpreta l’accademia ceranesca, e federiciana, sottolineando la vitalità delle invenzioni dello zio Giulio Cesare. Ercole, figlio di Carlo Antonio, fa parte della famiglia di pittori il cui capostipite Ercole il vecchio si è trasferito a Milano nel 1587 assieme ai figli Camillo, Carlo Antonio e Giulio Cesare. Inizia a disegnare sotto la direzione del padre, e sull’esempio degli zii, per poi divenire, a sedici anni, alunno del Cerano, suo maestro presso l’Accademia Ambrosiana dove risulta iscritto dall’11 giugno 1621. Di tale formazione danno testimonianza già i primi lavori milanesi: la tela del Martirio di p. Apollonia realizzata per il Duomo probabilmente entro il 1623 e il rifacimento, del 1629, dell’affresco dell’Adorazione dei Magi del Moncalvo nella chiesa di p. Alessandro. Nella prima opera si legge il ceranismo dell’impaginazione e la ripresa delle tipologie di Giulio Cesare, dal secondo emergono invece echi della correttezza formale e leggermente accademica dello zio Camillo. Nel catalogo delle opere di Ercole Procaccini sono state riunite fino ad oggi più di trenta opere, tutte lombarde, in grado di coprire un lungo arco di tempo compreso fra il 1623 e il 1670 circa. La nostra immagine è databile all’inizio del quinto decennio, e la raffinatezza del panneggio, la dolcezza delle pieghe, la sensualità della donna che sembra recitare il ruolo di Maddalena nel teatro di Brignole Sale o di Arduini, fa ipotizzare un dialogo con il giovane allievo Johann Christophorus Storer (Costanza, 1611 – 1671) attivo presso la bottega di Ercole ca. 1640 – 1644. Ringraziamo il professor Filippo Maria Ferro per aver suggerito l’attribuzione.

Esperto: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
+43 1 515 60 403

mark.macdonnell@dorotheum.at

21.04.2010 - 18:00

Stima:
EUR 25.000,- a EUR 30.000,-

Ercole Procaccini il Giovane


(Milano 1605–1675 o 1680) Allegoria della Fede, olio su tela, 116 x 96, con cornice

Nel creare quest’affascinante immagine femminile, il pittore ha presente l’Iconologia’ dice Cesare Ripa (1560? ? 1625) alla voce ‘Fede: ‘Donna, vestita di bianco, che si tenga la destra mano sopra il petto, e con la sinistra terràun Calice, e attentamente lo guardi. Forse per l’uso di qualche incisione in controparte, il calice è retto con la destra, e l’altra mano, quella accostata al seno, stringe un crocifisso, rafforzando l’idea di virtù con la proposta di un percorso di preghiera e di penitenza. Le preoccupazioni devote non attenuano il trionfo di una donna bella e seduttiva, elegante nella veste perlacea, peraltro sempre seguendo il Ripa: ‘ à si fà vestita di bianco, e bella di faccia, perchè come il color bianco ci mostra la similitudine della luce, quale è cosa esistente, e perfetta di sua natura, e il color nero ci mostra le tenebre, che sono solo privatione di essa. Immagine classica e regale, in una Milano che si è lasciata alle spalle le angosce della Controriforma e della peste e si compiace di nuove ‘beltà. In quest’ottica, Ercole Procaccini il Giovane interpreta l’accademia ceranesca, e federiciana, sottolineando la vitalità delle invenzioni dello zio Giulio Cesare. Ercole, figlio di Carlo Antonio, fa parte della famiglia di pittori il cui capostipite Ercole il vecchio si è trasferito a Milano nel 1587 assieme ai figli Camillo, Carlo Antonio e Giulio Cesare. Inizia a disegnare sotto la direzione del padre, e sull’esempio degli zii, per poi divenire, a sedici anni, alunno del Cerano, suo maestro presso l’Accademia Ambrosiana dove risulta iscritto dall’11 giugno 1621. Di tale formazione danno testimonianza già i primi lavori milanesi: la tela del Martirio di p. Apollonia realizzata per il Duomo probabilmente entro il 1623 e il rifacimento, del 1629, dell’affresco dell’Adorazione dei Magi del Moncalvo nella chiesa di p. Alessandro. Nella prima opera si legge il ceranismo dell’impaginazione e la ripresa delle tipologie di Giulio Cesare, dal secondo emergono invece echi della correttezza formale e leggermente accademica dello zio Camillo. Nel catalogo delle opere di Ercole Procaccini sono state riunite fino ad oggi più di trenta opere, tutte lombarde, in grado di coprire un lungo arco di tempo compreso fra il 1623 e il 1670 circa. La nostra immagine è databile all’inizio del quinto decennio, e la raffinatezza del panneggio, la dolcezza delle pieghe, la sensualità della donna che sembra recitare il ruolo di Maddalena nel teatro di Brignole Sale o di Arduini, fa ipotizzare un dialogo con il giovane allievo Johann Christophorus Storer (Costanza, 1611 – 1671) attivo presso la bottega di Ercole ca. 1640 – 1644. Ringraziamo il professor Filippo Maria Ferro per aver suggerito l’attribuzione.

Esperto: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
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Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 21.04.2010 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 10.04. - 21.04.2010