Lotto No. 535


Giovanni Ambrogio Bevilacqua, detto Liberale


Giovanni Ambrogio Bevilacqua,  detto Liberale - Dipinti antichi

(documentato a Milano nel 1481–1512)
Cristo con due angeli,
tempera su tavola, fondo oro, cm 62 x 63, cornice integrata

Provenienza:
Ehrich Gallery, New York;
collezione privata europea.

La raffigurazione della roccia sulla sinistra nel quadro in esame ricorda i paesaggi del Mantegna e ancora di più persino le miniature delle Ore di Bona Sforza (British Museum, Londra) di Giovanni Pietro Birago (intorno al 1490). Inoltre le cosce degli angeli, ampie e piatte allo stesso tempo, stilisticamente sono affini ai lavori di Birago nelle zone bas-de-page della Sforziade di Giovanni Simonetta (British Museum, Londra, e Biblioteca nazionale, Varsavia). Soprattutto la capigliatura riccioluta fa risalire il prototipo di questi angeli alla decorazione di Amadeo della Cappella Colleoni a Bergamo, degli anni Sessanta del Quattrocento. Il fondo oro elaborato con decoro di losanghe e motivi floreali è tipico della pittura lombarda presso la corte degli Sforza. Il volto di Cristo può essere correlato a quello del profeta Michea di Bergognone del 1490 (Pinacoteca di Brera, Milano), che forse fu il maestro di Giovanni Ambrogio Bevilaqua.

Tutte queste caratteristiche rimandano ad una datazione della tavola in esame fra il 1475 ed il 1490 in Lombardia. Il raffronto fra la testa di Cristo nel dipinto in esame e la testa di Dio Padre in un piccolo ovale attribuito a Giovanni Ambrogio Bevilacqua, già nella collezione Cini ed oggi nella Pinacoteca di Brera a Milano, rende credibile anche l'attribuzione della tavola in esame. La testa di Cristo reclinata in forte deformazione prospettica si ripropone in due altre opere eseguite dal Bevilacqua: la predella di una tavola della Fondazione Bagatti Valsecchi a Milano (intorno al 1494) e una tavola dell'Accademia Carrara a Bergamo, in cui la testa di Dio Padre compare in analoga posizione all'interno dell'architettura del trono sopra la Vergine Maria. Inoltre la postura del Cristo sulla tavola in esame è paragonabile a quella di re David in una tavola a Brera che porta la firma di Bevilacqua e la data 1502 .

Dal punto di vista stilistico la tavola in esame sembra esser stata dipinta in base a quella della fondazione Bagatti Valsecchi, che risale intorno al 1494. La nostra tavola potrebbe pertanto essere databile agli anni Ottanta, se fu eseguita dopo gli affreschi di Landriano. La data di nascita di Giovanni Ambrogio Bevilacqua viene ipotizzata intorno al 1460; la sua prima menzione in un registro dei pittori a Milano è del 1481. Egli firmò gli affreschi nella parrocchia di Landriano datandoli 1485. Nel 1494 dipinse la tavola più sopra menzionata della Fondazione Bagatti Valsecchi a Milano. La sua ultima opera firmata data l'anno 1502, ma l'ultima menzione documentaria è del 1512.

Forse il dipinto in oggetto faceva parte in origine di una grande pala d'altare Al di sotto dell'angelo sul lato sinistro si riconoscono parti di una fiamma e i raggi di un'aureola, che circondano una testa con la tonsura. Queste tracce ci fanno presumere che sul dipinto in origine fossero raffigurati o San Vincenzo Ferreri o San Bernardino da Siena.

Provenienza:
Ehrich Gallery, New York;
asta, Drouot, Parigfi, 24 febbraio 1975, lotto 11;
collezione privata europea.

La raffigurazione della roccia sulla sinistra nel quadro in esame ricorda i paesaggi del Mantegna e ancora

15.10.2013 - 18:00

Prezzo realizzato: **
EUR 97.900,-
Stima:
EUR 80.000,- a EUR 120.000,-

Giovanni Ambrogio Bevilacqua, detto Liberale


(documentato a Milano nel 1481–1512)
Cristo con due angeli,
tempera su tavola, fondo oro, cm 62 x 63, cornice integrata

Provenienza:
Ehrich Gallery, New York;
collezione privata europea.

La raffigurazione della roccia sulla sinistra nel quadro in esame ricorda i paesaggi del Mantegna e ancora di più persino le miniature delle Ore di Bona Sforza (British Museum, Londra) di Giovanni Pietro Birago (intorno al 1490). Inoltre le cosce degli angeli, ampie e piatte allo stesso tempo, stilisticamente sono affini ai lavori di Birago nelle zone bas-de-page della Sforziade di Giovanni Simonetta (British Museum, Londra, e Biblioteca nazionale, Varsavia). Soprattutto la capigliatura riccioluta fa risalire il prototipo di questi angeli alla decorazione di Amadeo della Cappella Colleoni a Bergamo, degli anni Sessanta del Quattrocento. Il fondo oro elaborato con decoro di losanghe e motivi floreali è tipico della pittura lombarda presso la corte degli Sforza. Il volto di Cristo può essere correlato a quello del profeta Michea di Bergognone del 1490 (Pinacoteca di Brera, Milano), che forse fu il maestro di Giovanni Ambrogio Bevilaqua.

Tutte queste caratteristiche rimandano ad una datazione della tavola in esame fra il 1475 ed il 1490 in Lombardia. Il raffronto fra la testa di Cristo nel dipinto in esame e la testa di Dio Padre in un piccolo ovale attribuito a Giovanni Ambrogio Bevilacqua, già nella collezione Cini ed oggi nella Pinacoteca di Brera a Milano, rende credibile anche l'attribuzione della tavola in esame. La testa di Cristo reclinata in forte deformazione prospettica si ripropone in due altre opere eseguite dal Bevilacqua: la predella di una tavola della Fondazione Bagatti Valsecchi a Milano (intorno al 1494) e una tavola dell'Accademia Carrara a Bergamo, in cui la testa di Dio Padre compare in analoga posizione all'interno dell'architettura del trono sopra la Vergine Maria. Inoltre la postura del Cristo sulla tavola in esame è paragonabile a quella di re David in una tavola a Brera che porta la firma di Bevilacqua e la data 1502 .

Dal punto di vista stilistico la tavola in esame sembra esser stata dipinta in base a quella della fondazione Bagatti Valsecchi, che risale intorno al 1494. La nostra tavola potrebbe pertanto essere databile agli anni Ottanta, se fu eseguita dopo gli affreschi di Landriano. La data di nascita di Giovanni Ambrogio Bevilacqua viene ipotizzata intorno al 1460; la sua prima menzione in un registro dei pittori a Milano è del 1481. Egli firmò gli affreschi nella parrocchia di Landriano datandoli 1485. Nel 1494 dipinse la tavola più sopra menzionata della Fondazione Bagatti Valsecchi a Milano. La sua ultima opera firmata data l'anno 1502, ma l'ultima menzione documentaria è del 1512.

Forse il dipinto in oggetto faceva parte in origine di una grande pala d'altare Al di sotto dell'angelo sul lato sinistro si riconoscono parti di una fiamma e i raggi di un'aureola, che circondano una testa con la tonsura. Queste tracce ci fanno presumere che sul dipinto in origine fossero raffigurati o San Vincenzo Ferreri o San Bernardino da Siena.

Provenienza:
Ehrich Gallery, New York;
asta, Drouot, Parigfi, 24 febbraio 1975, lotto 11;
collezione privata europea.

La raffigurazione della roccia sulla sinistra nel quadro in esame ricorda i paesaggi del Mantegna e ancora


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
old.masters@dorotheum.at

+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 15.10.2013 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 05.10. - 15.10.2013


** Prezzo d'acquisto comprensivo di tassa di vendita e IVA

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