Lotto No. 233


Scuola Lombarda 1630 circa.


Ritratto di gentiluomo in nero olio su tela 117 x 92 cm, senza cornice

Un signore anziano ma vigoroso, austero ed affabile, con capelli radi e baffi e con la barba ben curata e divisa in pizzi, lisci come pennelli, che aggettano sul collettone bianco inamidato. La veste, un’giuppone’ nero (colore trasversale che accomuna l’aristocrazia ai ceti professionali e mercantili) gli conferisce dignità sobria ed elegante. Una mano, delineata con cura anche nel rilievo delle vene, è posata sulla cintura; l’altra regge un libricino. E' un’immagine ‘al naturale’, l’attenzione si concentra sulla sostanza umana del personaggio, e ne esplora con minuzia la psicologia, in ogni piega del volto, negli occhi che ci scrutano con lo stesso acume che anima l’indagine del pittore. Ma chi è il maestro? Siamo certo in Lombardia, in anni fervidi di idee ma già venati dal turbamento che presto diverrà amara realtà, la peste del 1630. E il nostro signore, dalla temperata canizie, appartiene a quella ‘galleria di gente civile, poco in vista, con cariche pubbliche piuttosto defilate’ (Alessandro Morandotti), che di diritto entrerà nei ricordi del Manzoni. Di tale esplorazione sottile, che della commedia umana fissa sembianti esemplari, è maestro Daniele Crespi, specie nella "sequenza dei ritratti in piccolo formato" (Francesco Frangi), e Giovanni Testori ha con acume indagato le sue ‘analogie stringenti con la straordinaria capacità ritrattistica del Manzoni; quella lucidità che lascia intendere, sotto l’immenso equilibrio, o disegno, che regge la storia, tutte le debolezze, le miserie e gli abissi dell’animo umano’. Ringraziamo il prof. Filippo Maria Ferro per la catalogazione del presente dipinto.

Esperto: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
+43 1 515 60 403

mark.macdonnell@dorotheum.at

21.04.2010 - 18:00

Stima:
EUR 30.000,- a EUR 40.000,-

Scuola Lombarda 1630 circa.


Ritratto di gentiluomo in nero olio su tela 117 x 92 cm, senza cornice

Un signore anziano ma vigoroso, austero ed affabile, con capelli radi e baffi e con la barba ben curata e divisa in pizzi, lisci come pennelli, che aggettano sul collettone bianco inamidato. La veste, un’giuppone’ nero (colore trasversale che accomuna l’aristocrazia ai ceti professionali e mercantili) gli conferisce dignità sobria ed elegante. Una mano, delineata con cura anche nel rilievo delle vene, è posata sulla cintura; l’altra regge un libricino. E' un’immagine ‘al naturale’, l’attenzione si concentra sulla sostanza umana del personaggio, e ne esplora con minuzia la psicologia, in ogni piega del volto, negli occhi che ci scrutano con lo stesso acume che anima l’indagine del pittore. Ma chi è il maestro? Siamo certo in Lombardia, in anni fervidi di idee ma già venati dal turbamento che presto diverrà amara realtà, la peste del 1630. E il nostro signore, dalla temperata canizie, appartiene a quella ‘galleria di gente civile, poco in vista, con cariche pubbliche piuttosto defilate’ (Alessandro Morandotti), che di diritto entrerà nei ricordi del Manzoni. Di tale esplorazione sottile, che della commedia umana fissa sembianti esemplari, è maestro Daniele Crespi, specie nella "sequenza dei ritratti in piccolo formato" (Francesco Frangi), e Giovanni Testori ha con acume indagato le sue ‘analogie stringenti con la straordinaria capacità ritrattistica del Manzoni; quella lucidità che lascia intendere, sotto l’immenso equilibrio, o disegno, che regge la storia, tutte le debolezze, le miserie e gli abissi dell’animo umano’. Ringraziamo il prof. Filippo Maria Ferro per la catalogazione del presente dipinto.

Esperto: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
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mark.macdonnell@dorotheum.at


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
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Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 21.04.2010 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 10.04. - 21.04.2010